Questa abbazia è considerata uno dei maggiori centri spirituali dell’Umbria. La profonda stratificazione storica e le opere d’arte presenti fanno di San Pietro in Valle una delle “tappe obbligate” per il turista che voglia entrare in contatto con la cultura, le vicende storiche della Valnerina e, più in generale, con la storia del monachesimo.
L’Abbazia sorge in un sito isolato alla falde del monte Solenne, detto “Valle Suppegna”, sui resti di un tempio pagano. Successivamente qui si sviluppò un cenobio eremitico grazie agli eremiti siriani Lazzaro e Giovanni che nel VI sec. d.C. qui si ritirarono in preghiera.
Nell’VIII secolo, sembra a seguito di un’apparizione, il duca longobardo di Spoleto, Faroaldo II, volle costruire in quel luogo un primo monastero benedettino dove si ritirò a vita monastica e dove morì. La chiesa divenne in seguito il mausoleo degli stessi duchi di Spoleto.
Dal IX al XIV secolo l’abbazia ebbe un grande potere arrivando a controllare le principali vie di comunicazione del tempo grazie a possedimenti e terreni che si estendevano dalle Marche fino a Roma.
Gli storici dell'arte sono unanimemente concordi nell'assegnare all'abbazia di San Pietro in Valle la qualifica di “Unicum” per il suo eccezionale patrimonio storico artistico composto dalla collezione di sarcofagi romani (la più grande dell'Umbria), dall'altare longobardo di “Ursus Magister” e dal ciclo di affreschi romanici più antico dell'Umbria al quale si ispirò lo stesso Giotto per realizzare i suoi lavori ad Assisi. Attualmente il monastero ospita una struttura ricettiva privata mentre la chiesa è aperta al pubblico con orari fissi.
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